La storia di questo titolo è legata al Santuario di Genazzano, dedicato da tempi antichi alla Madre di Gesù, venerata come divina consigliera. Un santuario affidato agli agostiniani, che nel ‘400 era caduto in rovina.
A una vedova di nome Petruccia da Nocera, terziaria dell’Ordine, in visione, la Madonna affidò il compito di restauralo. La donna vi investì tutti i suoi beni, ma si accorse presto che non erano sufficienti: i fondi finirono e i lavori si fermarono.
La vedova divenne così oggetto di derisione generale. Nulla importando di tutto ciò, la Petruccia rimase confidente, annunciando a quanti la interpellavano che quanto era iniziato sarebbe stato portato a compimento. E prima che lei morisse (peraltro era alquanto anziana)…
La fiduciosa confidenza venne premiata presto: un anno dopo la predizione, sulla parete del Santuario apparve una bellissima immagine della Madonna.
Tradizione consolidata vuole che la raffigurazione della Madonna apparsa a Genazzano fosse affissa in una chiesa di Scutari, in Albania, un’immagine alla quale gli albanesi, sotto la guida del geniale e devoto Scanderberg, si erano affidati nella lotta contro gli invasori turchi.
Morto Sanderberg, e giungendo la fine della guerra, racconta la tradizione, l’immagine della Madonna si era staccata miracolosamente dalla parete della chiesa per intraprendere il suo lungo viaggio, portata su mani di angeli e seguita da due soldati di Scanderberg, Giorgi e De Sclavis, ai quali la Madonna era apparsa in sogno chiedendo loro di accompagnarla.
Giunta a Genazzano, l’immagine avrebbe trovato riposo nella chiesa in restauro, attirando l’attenzione di tutti i paesani , che presto ebbero ad accogliere anche i due pellegrini albanesi e il loro prodigioso racconto.
Questo il resoconto dei fatti di fra’ Angelo Maria De Orgio (Istoriche de Maria Santissima del Buon Consiglio, nela Chiesa de’Padri Agostoniani di Genazzano, 1748): “Portata da mani angeliche, [l’immagine] si trovò sospesa lì nella rustica parete della nuova chiesa, e con tre nuovi singolarissimi prodigi allora avvenuti […].
“Il celeste dipinto era sospeso per virtù divina a un dito dal muro, sospeso senza fissarsi su di esso; e questo è un miracolo, tanto più stupendo se consideriamo che la riferita immagine è dipinta con colori vivi su di uno strato sottile di intonaco -con il quale si è staccato dalla chiesa di Scutari, in Albania- così come per il fatto, comprovato tramite l’esperienza e le osservazioni fatte, che nel toccare la Santa Immagine, essa cede”.
Quanto accaduto, ovviamente, attirò curiosità, folle di pellegrini e l’attenzione del papa.
Non solo l’immagine sulla parete, anche i miracoli che l’accompagnarono. La folla accorsa da tutta Italia al Santuario iniziò a riceverne in abbondanza: ne vennero registrati 161, cifra accurata, segno di un monitoraggio attento, affidato al “Libro dei miracoli”.
Nel sito ufficiale del Santuario, un libretto di preghiere dal titolo felice: “Nel nome tuo dolcissimo”. Uno come tanti, che rimanda a devozioni antiche quanto semplici.
Tra le tante preghiere, la strofa di un breve invocazione. “Nel fosco mar del mondo, solcando l’onda infida, voi Consigliera e guida m’è dolce seguitar”.
Così è della preghiera cristiana, che non annulla le pene del mondo, il dolore, e il dolore estremo che è la scomparsa di persone care. L’abbraccia, con tenerissimo affetto di Madre, come nessun’altra madre può fare.
Un abbraccio pieno di grazia, possibile perché ella, più di tutti e prima di tutti, è stata abbracciata da Gesù, particolare al quale rimanda l’effige della Madonna del Buon Consiglio, nel quale il piccolo Gesù abbraccia sua Madre.
Sono le stesse braccia che hanno abbracciato il bambino Gesù; che l’hanno abbracciato ancora nella temperie terribile della sua santa passione, e ancora, con abbraccio mai così stupito, dopo la sua resurrezione dai morti. Quella resurrezione che “fa dolce il seguitar”. Nonostante e attraverso tutto.
Luca Romano