Un piccolo libro curato da don Maurizio Ventura, uno dei sacerdoti amici di don Giacomo scomparso nel 2017, raccoglie le intenzioni che don Giacomo era solito annotare sul volume apposito quando si recava al San Gabriele, la scuola privata che Ventura aveva tirato su e che ancora esiste, grazie all’opera dei tanti, docenti e non, che vi lavorano con frutto, come dimostra il numero e la soddisfazione degli studenti,
Ma al di là della scuola, la cui promozione non è a tema in questa nota, resta appunto quel libretto e quelle annotazioni manoscritte che don Giacomo ha voluto lasciare a margine della messa che spesso celebrava, in forma privata, nella cappella dell’Istituto. Un libretto che avevamo da tempo e che abbiamo sfogliato nuovamente, cogliendo un cenno che ci era sfuggito.
Le intenzioni di Giacomo erano tante, e tante e diversificate le annotazioni in proposito, a testimonianza di un’orizzonte più che allargato, che abbracciava le vicende del mondo e le necessità e i drammi più vicini, dei suoi amici, bisogni lavorativi e di salute, dove quest’ultimo termine va declinato anche nel campo spirituale (un amico che vacilla nella fede e altro).
Ma ciò che più colpisce è che negli ultimi anni della sua vita, e ben prima della sua malattia, le intenzioni si fanno più brevi, stringenti, più semplici. Anzi, a parte una o due eccezioni che confermano la regola, esse erano sostanzialmente due: “pro gratiarum actione” e il più ricorrente, quasi ripetizione incessante, “ad petenda miracula“. Per chiedere l’azione della grazia e per chiedere i miracoli del Signore.
Ad petenda miracula, un’invocazione facile e così spesso dimenticata. In genere si chiede di meno, nonostante l’interlocutore delle nostre povere preghiere sia onnipotente. Perché in fondo in fondo è come se non si credesse che davvero il Signore possa fare miracoli e che anzi questi non sono neanche necessari, né alla vita né alla fede.
Così questa piccola invocazione giunge nuova e accresce la gratitudine per aver intercettato, chi da vicino chi da lontano, un uomo cui è stata data la grazia di chiedere con confidenza l’impossibile a Colui al quale nulla è impossibile. Ad petenda miracula.
Il 27 giugno sarà il cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, ricorrenza che sarà ricordata in una messa celebrata nella sua Barzio.
Ps. A proposito di don Giacomo e della sua vita, rimandiamo a una sua omelia, che riportammo a suo temo nel nostro sito, nella quale racconta della sua vita, quando, dal correre verso Gesù, gli è accaduto di scoprire che questa pur bella corsa ha poche gambe, e di accorgersi di come invece tutto sta nell’essere portati in braccio, bambini piccoli, dal Signore (chi volesse rileggerla, può cliccare qui).