12 Aprile del 2009, omelia di don Giacomo per la Pasqua del Signore, che in questi tempi ardui suona ancor più cara.
Alle donne che vanno al sepolcro, l’angelo dice: «Non abbiate paura voi». Sant’Ambrogio commenta questo “voi”. «Non abbiate paura voi». Tutti i misteri del Signore sono per tutti, è morto per tutti ed è risorto per tutti. Tutti i misteri del Signore sono per tutto il mondo, Dio ha amato il mondo, così lo ha amato da dare il suo unico Figlio, per lo schiavo, come abbiamo ascoltato prima, per lo schiavo ha sacrificato l’Unigenito Figlio. Eppure tutti i misteri, che sono per tutti, contengono la predilezione del Signore. Sono per tutti, eppure alle donne, a quelle povere donne che lo avevano seguito dalla Galilea, che erano state con Lui, a loro l’angelo dice: «Non abbiate paura voi».
Così l’inizio della sua esistenza terrena: lì la sua predilezione è stata perfetta in Maria, piena di grazia. Così quando è nato: è nato per tutti, ma Maria, Giuseppe e i pastori lo hanno visto. Così, persino sulla croce quando è morto per tutti: eppure l’ultima cosa che ha fatto prima di morire, si è ricordato del tesoro più grande che lasciava sulla terra, cioè sua madre, e del discepolo che, mentre tutti erano fuggiti, il discepolo a cui Lui voleva più bene, il discepolo prediletto, e al discepolo prediletto, Lui che moriva per tutti, al discepolo prediletto ha affidato sua madre. Anche nella sua morte ha vissuto il mistero della predilezione.
E così quando è risorto, è risorto per tutti, ma “voi”, quelle povere donne che sono andate al sepolcro, «voi non abbiate paura». E così a loro ha detto di dirlo non a tutti, ma di dirlo ai discepoli e a Pietro. Il Signore è per tutti, eppure questo essere per tutti passa attraverso lo sguardo di una predilezione, passa attraverso lo sguardo di una chiamata, passa attraverso lo sguardo di un incontro, passa attraverso una preferenza: a tutti e a Pietro. A Pietro perché doveva confermare la povera fede di tutti, a Pietro che lo aveva rinnegato. Così, anche per questo, anzitutto a Pietro, dovevano testimoniare che lui aveva vinto.
È piena di gratitudine questa predilezione, il mistero della predilezione, che inizia e non può iniziare che in un impeto di gioia, che passa, che non può non passare che attraverso il mistero della croce, perché sia più evidente la sua gloria, la gloria che vince il peccato e che vince la morte. Così questo essere scelti e prediletti è per testimoniare, nella nostra povera vita, per testimoniare davanti a tutto il mondo, agli angeli e al mondo, per testimoniare la gloria di Colui che è risorto.