Riceviamo e pubblichiamo un brano di una lettera che san Giovanni Crisostomo, la cui memoria cade il 13 settembre, scrisse alla sua amica Olimpia dal carcere nel quale era stato ridotto dai suoi nemici, ecclesiastici e non.
Ci pare di interesse per tanti motivi.
Perché sei preoccupata, triste e nervosa? Poiché la tempesta che ha colpito le Chiese è forte e minacciosa, e perché ha avvolto ogni cosa di un’oscurità impenetrabile? Perché sta raggiungendo il punto critico? Perché causa naufragi paurosi ogni giorno. mentre il mondo intero crolla attorno a noi?
Vediamo l’oceano che forma dei gorghi dalle sue massime profondità e i corpi dei marinai che vi galleggiano. Vediamo altri sopraffatti dalla forza delle onde […] È tutto così senza speranza che possono solo gridare, lamentarsi, urlare e piangere […] Ovunque emergono i mostri delle profondità a minacciare i viandanti. Tuttavia nessuna semplice parola può esprimere l’indicibile, nessun termine può adeguatamente esprimere il terrore di questi tempi. Pur consapevole di tutta questa miseria, non smetto mai di sperare. Ricordo sempre il nocchiere universale, che non si affida ai timonieri per affrontare la tempesta e l’attraversa con le sue forze, non calma semplicemente gli oceani rombanti con un cenno, e se lo fa, è così che si comporta il nocchiero. Non pone fine ai pericoli strada facendo, ma li allontana solo quando giungono al punto più spaventoso, e quasi tutti hanno perso la speranza. Solo allora mostra meraviglie e miracoli, solo allora rivela il potere che solo lui possiede, e insegna ai sofferenti la sopportazione.